Troppo precariato nella scuola. Torniamo a investire sul futuro

L’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia Europea per il gran numero di precari impiegati nelle nostre scuole. Docenti che, oltre a non avere certezze per il futuro, non godono neanche degli incrementi salariali che si maturano con il passare del tempo nel contesto di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Al di là della discriminazione, che poi è il punto centrale del deferimento alla Corte, emerge un dato che è culturale. Non mi stancherò mai di dirlo: senza una scuola forte, solida e funzionante, il nostro Paese continuerà a camminare con il freno a mano tirato, maturando un ritardo che sarà sempre più difficile recuperare.
Alcuni, superficialmente, spesso puntano l’indice nei confronti della categoria degli insegnanti come se fossero dei privilegiati. Questa è una grande sciocchezza. Certo, come in tutte le categorie c’è chi merita di più e chi meno, ma dobbiamo ricordare che nelle mani degli insegnanti c’è il futuro dei nostri figli. Quindi il futuro del Paese. E questa, per chi la onora, non è certo una responsabilità da poco.
Per le nostre scuole dobbiamo selezionare il meglio. E dobbiamo essere attenti e severissimi in questo. Ma altrettanto dobbiamo fare in modo che chi è responsabile della formazione dei nostri ragazzi possa godere di un trattamento economico equo, sul quale poter fare serenamente affidamento.

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