Sappiamo bene che quando una famiglia si spezza e dei genitori si separano a farne le spese maggiori sono spesso i bambini. Quando poi le istituzioni che dovrebbero provvedere alla miglior tutela dei minori perdono colpi e non assolvono pienamente alle loro funzioni, questi disagi diventano ancora maggiori.
È quello che sta avvenendo nel maceratese a una bimba di nemmeno tre anni che per l’intero mese di agosto non potrà trascorrere il tempo accordato dal giudice al padre, perché gli operatori dei servizi sociali che dovrebbero vigilare sugli incontri sono in ferie.
Non sta a noi giudicare la condotta dei genitori che si sono trovati in questa situazione, e ci mancherebbe altro, ma ci riguarda invece l’inefficienza di una struttura pubblica che ha un ruolo troppo importante per potersi interrompere, così banalmente, per le ferie estive.
È importante capire che questo disservizio non riguarda solo il genitore, che pure vede un suo diritto ingiustamente menomato, ma principalmente la bambina: è lei che dev’essere la destinataria principale delle attenzioni delle istituzioni, è lei l’anello debole, già vittima di una catena di inciampi e disagi ai quali certo non si possono aggiungerne altri che sarebbero evitabili.
Ogni strumento destinato a salvaguardare i più piccoli deve essere potenziato e valorizzato, investendo tutte le risorse che servono. E non ci sono scuse: i soldi che servono per i bambini non possono mancare.