(AGI) – Roma, 26 gen. – La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, approvata in via definitiva lo scorso 20 gennaio, “sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali” come paradigma dello stato della giustizia in Italia. Forza Italia, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, schiera i capigruppo in Parlamento per ricordare il senso della direttiva e dichiarare guerra alla ‘mostrificazione’ degli indagati anche attraverso la diffusione di intercettazioni.
Renato Brunetta censura i “troppi protagonismi divulgatori” che hanno tenuto la scena in passato, e fa esplicito riferimento alle “intercettazioni ampiamente diffuse, o trasformate in docufiction” per anticipare che, in qualita’ di componente della Vigilanza, “mi attivero’ per chiedere che La Rai ottemperi subito a queste norme, per evitare i veri e propri orrori cui abbiamo assistito in passato”.
Non vengono citati casi concreti se non quando Francesco Paolo Sisto rileva che “la Costituzione non e’ un’opinione” e sottolinea che “l’applicazione di questa direttiva, alla luce della legge Severino, ha anche riferimento al nostro presidente” e al richiamo al “non dare neanche l’impressione di colpevolezza di indagato e imputato prima che ne sia stata provata la colpevolezza”.
Il capogruppo ‘azzurro’ al Senato, Paolo Romani, mette in guardia da “tutto quel gossip senza alcuna notizia di reato abbiamo visto sbattuto in pagina e in tv, con intercettazioni magari di conversazioni in cui si raccontano le cose che tutti ci raccontiamo tra amici, privatamente. Pensate invece se fossero tutte pubblicate, se le battute o magari anche la cattiva parola che scappa nei confronti di uno e che in quella conversazione e’ un gioco poi si trova scritta e assume tutt’altro significato”. Il tema, rileva ancora Romani, “e’ anche quello di una educazione all’informazione che riguarda tutti coloro che sono, a vario titolo, nel circuito della giustizia”.
Lo spirito della direttiva, quello di non presentare indagati e imputati come colpevoli fino a condanna, viene sintetizzato cosi’ da Sisto: “L’informazione di garanzia non si chiama cosi’ per caso, e comunque non certo perche’ serve a garantire di essere gia’ dati per colpevoli prima che il gallo canti tre volte”. Una situazione, quella italiana, che il deputato FI vede all’insegna di “una trasgressione consentita e avallata da alcune nrome e diritti che non ci rendono, di fatto, in uno Stato di diritto”. E a una “neutalita’ nelle comunicazioni, nel rispetto dell’informazione, che porti anche a evitare protagonismi” anche e soprattutto da parte dei magistrati investiti delle inchieste e dei processi, richiama anche il deputato FI Carlo Sarro, mentre la direttiva e’ stata illustrata dal capodelegazione FI al Parlamento europeo, Elisabetta Gardini, e dall’europarlamentare azzurra Alessandra Mussolini. (AGI) Bal