Il dibattito sui diritti civili rappresenta una frontiera globale. In ogni Paese è un tema di importante confronto, anche aspro, tra posizioni che a volte appaiono davvero inconciliabili.
Lo schema è ovunque lo stesso: da un lato una visione ispirata alle libertà personali, confortata dai grandi progressi della scienza e incoraggiata da una nuova consapevolezza dell’individuo, e dall’altra parte della trincea i soliti secolari pregiudizi, l’invadenza e la morbosità sulla sessualità, una confessionale visione della politica che tante volte scade nell’ignoranza e nella superstizione.

Negli Stati Uniti, che tra poche settimane andranno al voto per le presidenziali, questo scontro non è da meno e certamente in questa campagna elettorale prenderà vistosamente forma tra Kamala Harris e Donald Trump.
Sono convinta che negli USA, così come altrove nel mondo e certamente anche qui in Italia, saranno sempre di più i cittadini che al momento del voto sceglieranno in base alle diverse posizioni su questi temi. È un vento che soffia e dobbiamo spiegare le vele.